LUNEDÌ, 11 DICEMBRE 2006



LiBRi Mai Mai ViSTi

RuSSi (RaVeNNa)

iNauGuRaZiONe

9 dicembre 2006

con il mio libro d'artista

il libro d'artista in primo piano

Visitatore sfoglia il mio libro d'artista

il registro delle firme

---

LUNGA VITA AI LIBRI MAI MAI VISTI di Alvaro Becattini

La memoria, a volte carente, non mi aiuta. Non ricordo le motivazioni usate per farmi entrare nella Giuria del premio, ricordo però molto bene come concepivo allora e come concepisco adesso il 'libro'. Ho frequentato negli anni settanta il corso di "Progettazione grafica" tenuto da Remo Muratore all'Accademia di belle Arti di Ravenna. Muratore era un importante grafico milanese ed il suo corso era improntato al rigore del metodo come ragione come declamava una dedica sul libro 'Lo Studio Boggeri" che mi regalò a fine corso. Quando iniziammo, mi sembra al secondo anno, ad affrontare il problema 'libro' con tutta la problematica inerente la grafica editoriale l'invito ricorrente da parte di Muratore era: un segno in meno; una grafica a togliere quella che cercava di trasmetterci, un invito continuo a non usare fronzoli inutili, niente linee superflue, gabbia d'impaginazione rigida, caratteri da stampa Garamond, Times, Bodoni, Helvetica come massima concessione al moderno. Dalla metà degli anni settanta, quando ho iniziato un'attività come grafico e come editore (semi-clandestino) di 'Libri d'Artista', a questi insegnamenti ed a questo concetto di 'libro', ho cercato di essere fedele il più possibile. Con questo modo, abbastanza rigido, di pensare e concepire il 'libro' quando anni fa sono entrato nella Giuria dei "Libri mai mai visti" mi sono trovato ad esaminare 'libri' molto diversi da quelli che ero solito preferire: qualcuno presenta libri abbastanza tradizionali nel formato e nella struttura ma molti autori sembrano invece scegliere il rischio e l'arbitrio nel concepire e presentare i loro progetti. Ogni anno mi trovo così di fronte a dei valori che violentano un po' il mio concetto di 'libro' ma che provocatoriamente finiscono per convincermi ad apprezzare un modo diverso dipensarlo e progettarlo. Mi viene da dire come Munari, in una sua dichiarazione del novembre '97, che questi libri non sono progettati a tavolino, crescono da soli, ma non tanto per essere venduti, quanto per essere un segnale, da poco, che però comunica una cosa molto importante: per me l'estrema libertà e la felicità nel realizzarli che trasmettono.
Quindi, per quel che mi riguarda, lunga vita ai 'Libri mai mai visti'.


Nessun commento:

Posta un commento